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Articoli Scritti E Pubblicati Da Angelo Manciocchi

“LA CROCIFISSIONE DI PAPA RATZINGER”


l43-papa-ratzinger-120605083504-bigIn questi giorni di riti Pasquali, e di stragi perpetuate nel nome di un Dio che pur essendo lo stesso per tutti, anche se con nomi differenti, non ha mai professato l’omicidio, vorrei scrivere del diverso modo di portare la Croce, intesa come fardello di conciliazione tra i popoli e tra i cristiani stessi.
Durante l’ultimo conclave, si è molto parlato della opportunità di Papa Benedetto XVI di dimettersi dallo scranno di Pietro.
L’argomento ha suscitato un vespaio di polemiche, non solo tra la gente comune, che ne avrebbe anche diritto, ma, e soprattutto, tra i porporati riuniti nelle congregazioni pre-conclave.
È vero, ci si è accorti dopo che la salute del Papa lo stava rapidamente abbandonando, ma in quel momento storico ci si è chiesti il perché Papa Giovanni Paolo II ha resistito stoicamente fino agli ultimi giorni e Benedetto XVI no.
Ma perché viene rimproverato a Papa Ratzinger di non essere rimasto sulla croce?
Perché la gente, il popolo, è così assetato di sangue, perché si vuole a tutti i costi vedere la sofferenza di un uomo, in ogni occasione, salvo poi lamentarsi se costretti a qualche minimo sacrificio.
In quel momento, in cui la storia ci stava proponendo un nuovo soggetto estremisticamente votato al terrore, i grandi elettori hanno optato per un condottiero che sapesse, con maniere gentili ed affabili ma allo stesso tempo risolute, sfidare l’ascesa di Daesh.
Il Papa deve assicurare, in terra, la parola di Dio, e deve far sì che ciò sia sempre fatto con le massime aspettative, valutando anche i rapidi, repentini e devastanti mutamenti storico, ambientali e politici di questi recenti tempi.
Di qui una inadeguatezza che non sa di sconfitta, ma di vittoria, perché apre ad una scelta diversa per il futuro, obbliga i grandi elettori a portare sul trono di Pietro un “uomo” che sia nei tempi, nei modi e nei fatti, attuale.
Ecco il perché della rinuncia di Papa Benedetto XVI, che ha visto in un suo successore più attivo uno scudo teso verso una nuova “Crociata”.
E poi, non trascurabile, uno sguardo alla storia non farebbe male; Pietro, il primo Vicario di Dio, rinnegò per ben tre volte Gesù prima del sorgere del sole, così come riportato dai Vangeli.
E non ultimo, mentre Pietro si trovava a Roma e stava fuggendo sulla via Appia all’altezza di dove ora si trova il Quo Vadis, incontrò Gesù e rimanendone stupefatto, con sguardo attonito gli chiese:
“Quo Vadis Domine?” al che Gesù gli rispose vado a farmi crocifiggere al posto tuo.
Ognuno può scegliere la propria croce, Papa Giovanni Paolo II ha optato per la sofferenza mostrata a tutti, Benedetto XVI per una croce più mistica ed occultata, ma ugualmente pregna di umanità cristiana che, sostanzialmente, è la qualità che manca a molta gente, comune e non, dei nostri tempi,
Non mi sembra poco.
L’anno Santo straordinario indetto da Papa Francesco si è posto tra il mondo credente, in toto, comprese le altre religioni ed il terrore rappresentato da chi vorrebbe riportare in vigore la legge di prima che, nel 620 Dio concesse a Maometto l’ascensione al cielo. Incontrò i profeti principali che lo avevano preceduto: Mosè, Gesù, Abramo e Adamo, che per l’Islâm è il primo profeta. Al di là del settimo cielo Maometto oltrepassò i veli che coprono ciò che è nascosto e vide ciò che non è esprimibile, né immaginabile. Ne discese con il Corano.
L’Anno Santo proclamato da Papa Francesco ha il compito Divino di sollecitare in tutte le anime religiose la pacifica convivenza e tolleranza.